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lunedì 23 marzo 2015

COMPLEMENTI D'ARREDO DECORATIVI. COSA SCELGO?

Esistono una moltitudine di complementi d'arredo per una casa, da quelli decorativi a quelli più essenziali.
THE PQTIER, creato dalla PRESSE-CITRON, lo potremmo catalogare come complemento decorativo, ma dalla funzionalità essenziale...infatti non è altro che un porta carta igienica. Una struttura in acciaio laccato dalla forma ad albero da appendere al muro.
Chi avrebbe mai pensato che la carta igienica potesse dare la possibilità di creare  una decorazione per parete!!!
Rimanendo sempre nel mondo dei bagni un'altro oggetto ha catturato la mia attenzione, sia per il suo design che per il suo lato più ecologico.
Si tratta del miscelatore AXOR STARK V, di Philippe Stark creato per HANSGROHE.
Composto in due parti, un'anima fissa in acciaio, nella quale è inserita la cartuccia di miscelazione e un'elemento mobile in vetro antigraffio e resistenze ai detergenti.
Avete letto bene...mobile...è una rubinetteria smontabile, grazie ad una valvola che interrompe il flusso d'acqua, la parte in vetro può essere rimossa e lavata...anche in lavastoviglie!!!Oltretutto, pur avendo un getto a mulinello, eroga la metà del quantitativo d'acqua erogata da un normale miscelatore...un oggetto più unico che raro. E per tutte le delucidazioni del caso il video su youtube vi mostra chiaramente il funzionamento.
Rimanendo nel tema ecologico, anche l'illuminazione può fare la differenza. Le CAPTAIN CORK by DARK AT NIGHT, ad esempio, sono realizzate con un materiale eco-sostenibile e riciclabile...il sughero, che grazie alle sue proprietà di bassa conducibilità termica, risulta essere un'ottima alternativa ai soliti paralumi in vetro, acciaio o tessuto che solitamente troviamo in giro. A forma di "pera", questa lampada a sospensione è stata realizzata in varie dimensioni, ma non eccessivamente grandi, con anche un modello con inclinazione a 45°.
Sempre in tema di riciclo sono tornate di moda le vecchie lattine disegnate da Andy Warhol per Campell's. Si, proprio quelle dei famosi pelati dei telefilm americani. Oggi le trovate già fatte anche on line, ma nulla vi vieta di utilizzare una qualunque lattina e riprodurle fai da te.
Per concludere, vorrei parlare di questa nuova tendenza sul riciclaggio degli imballaggi di legno....cassette della frutta che possono diventare scaffali, bobine che si trasformano in tavolini e pellet che creano un'insolita e unica testata per letti. Oggetti che vengono considerati di scarto, ma che prendono nuova vita reinventando gli usi. Oltretutto questi materiali sono subito pronti all'uso, avendo subito un trattamento preventivo per l'eliminazione della proliferazione di agenti nocivi per il legno, prima della loro messa in commercio.
Bhè...qualche idea io l'ho data...adesso sta a voi rendere la vostra casa unica!

NB: questo post è stato scritto, diciamo a due mani, con la mia collega nonchè amica di sventure Francesca.



martedì 17 marzo 2015

QUANTO COSTA UNA CUCINA?

Quanto costa una cucina?
Non so quante volte mi è capitato di ricevere questa domanda, e dico sempre che è come entrare in una qualsiasi concessionaria e chiedere "quanto costa una macchina?".
Come per un auto, le variabili sono tante, anzi per la cucina sono quasi infinite.
E' impossibile dare un costo che sia poi veritiero e che equivalga alle esigenze del cliente.
Se un auto avrà la carrozzeria metallizzata avrà un costo superiore alla base, e lo stesso vale per i mobili.
Per farvela breve, vi spiego quali sono le variabili che fanno alzare e abbassare il costo della cucina:
- MISURE. Le quote della vostra cucina sono importanti, più volume avremo e spesso (salvo esigenze e richieste diverse) il contenimento sarà maggiore. Più elementi=più pezzi mobili=più costo.
- FINITURE. L'anta della vostra cucina fà la differenza, così come la struttura interna. Non solo per estetica ma anche di costo. Un anta laminata ha un costo inferiore rispetto ad un'anta laccata spazzolata lucida o ad un anta impiallacciata. Allo stesso modo un anta laccata su nobilitato vi consentirà di avere l'effetto laccato esterno abbattendo i costi rispetto alla laccatura su mdf. 
I fianchi finiti, ovvero tutti quei "laterali" dei mobili che vedete e che si fanno nella stessa finitura delle ante, per uniformare il tutto, hanno un costo superiore rispetto al fianco che rimane in struttura.
- TOP. questo è un mondo a parte. Potete investire tutto qui stando bassi con il resto. Idem come sopra se vi fermate ad un piano in laminato abbattete i costi, dopo di chè è tutto in salita, marmi, sintetici, corian, Okite, graniti e pietre, acciaio e vetro e chi più ne ha più ne metta! (QUI trovate maggiori informazioni)
E' un elemento che fa variare molto il costo della cucina ma che deve corrispondere perfettamente alle esigenze del cliente in praticità.
- MODELLO CUCINA. Un'anta liscia costa meno di una molto lavorata. La gola sulla struttura costa di più di una maniglia applicata sull'anta. 
Il motivo è dato prevalentemente dalle lavorazioni, che sono oggettivamente differenti. Più sarà lavorata e ricercata la vostra anta più, nella maggior parte dei casa, sarà costosa.
- ELETTRODOMESTICI. Anche qui si apre un mondo. Un forno non è solo un forno (come pensava quel pazzo del mio fidanzato!) ma le varianti sono molte! Forno a vapore, autopulente, doppio livello, digitale, in vetro specchio, con funzioni differenti, combinato con microonde e via andare. Molto dipende dalle caratteristiche che cercate. Di aziende di elettrodomestici è pieno il mercato, alcune più basilari, altre più sofisticate. E' importante investire di più in quelli che certamente userete più spesso. Chiedete sempre se esistono promozioni, spesso le aziende vanno incontro al cliente proponendone alcune per agevolarvi nell'acquisto.

Come vedete le variabili sono molte, e potrei elencarne altre, come gli accessori interni della cucina, angolari girevoli, cesti scorrevoli, cesti completamente estraibili, divisori per cassetti, luci sotto e dentro ai pensili, schienali, etc … etc…
Resta il fatto però che non necessariamente servono Xmila euro per avere una bella cucina, che sia anche funzionale. Alle volte basta scegliere il materiale più adatto alle proprie esigenze, evidenziare le priorità, e il risultato sarà comunque gradevole e personale.

Immagini Pinterest




giovedì 29 maggio 2014

LA NOSTRA PRIMA CASA. PROGETTO DI UNA CASA IN DIVENIRE.

Ci siamo.
In attesa di ristrutturare il minimo indispensabile, avendo deciso di ridurre all'osso le opere murarie, il progetto è fatto. Completato. A parte qualche dettaglio ancora da definire, come il divano, il tavolo e le sedie ancora da scegliere ed il colore della madia, il resto bene o male è stato pensato e ripensato.
Ahimè, la cucina non è quella dei miei sogni per dimensioni, allora ci ho dovuto studiare un pò. Far stare tutto in 2,60 x 1,10 mt è ovviamente impossibile. Combattere con una finestra invadente, un pilastro in cemento che o togli o ti ci abitui non è stato semplice.
Si, perchè la nostra zona giorno ospita uno sgradevole pilastro a dividere il "tinillo" dal soggiorno. 
L'idea iniziale era, saggiamente, quella di abbatterlo. Distruggerlo. Sgretolarlo. Peccato che sostenga tutto, è un pilastro portante in cemento armato. Che fare? Affrontare l'angosciante stesura di pratiche Dia, Scia e chiunque sia per recuperare 30 cm? Dover poi chiedere il permesso al condominio, intervenire con una putrella a sostegno... non finire più?
No. Noi abbiamo deciso di abbattere i costi, si sa, ora siamo ufficialmente in bolletta :)
E allora teniamoci il pilastro e giriamoci intorno! Sono diventata matta a trovare una soluzione graziosa. Che unisse estetica, praticità e tutto quello che serve in una cucina. E CE L'HO FATTA!
Abbiamo preferito privilegiare la zona centrale del locale, per avere più aria e movimento.
La libreria ospiterà un vano per le bottiglie (non avendo lo spazio per accontentare chi avrebbe gradito una vera e propria cantina vini) ed il vano per il frigorifero d'arredo, fino a diventare elemento decorativo/contenitivo con anche la tv.
I colori sobri, nei toni terra e cioccolato e verde acceso... poi chissà, ne penserò un'altra... chi può dirlo.
Dovremo avere ancora pazienza, l'attesa è lunga ma vi faccio vedere in anteprima l'idea prossima alla realizzazione, della zona giorno che ospita anche parte della cucina.


martedì 4 marzo 2014

PARQUET IN CUCINA. SI PUO'?


Quante volte vi siete posti questa domanda?
Il parquet è uno degli elementi che maggiormente contribuisce a scaldare la casa rendendola accogliente e calda. Ma inserire il legno come pavimento deve essere una scelta presa al 100%, l'ansia da "oddio si rovina" non deve esistere. Il legno è un credo. E' come acquistare una Lamborghini e poi aver paura che vada troppo veloce (l'esempio calza bene soprattutto per i maschietti). Dimenticate il "vorrei ma... non posso", e accettate anche quei piccoli difetti che il legno regala, perchè in fondo è ciò che lo rende perfetto.
Ma negli ambienti unici, tanto gettonati oggi, se decidiamo di inserire un parquet, come risolviamo il problema cucina? 
Diciamocelo chiaramente, è ora di sfatare questa leggenda che il parquet vada utilizzato solo nella zona notte, perchè meno battuta. 
Fortunatamente i trattamenti dati al legno oggi ci permettono di applicarlo in ambienti umidi e maggiormente stressati, senza che questo subisca particolari danni.
E' importante la scelta del tipo di legno, più un legno è duro e maggiore sará la sua resistenza allo stress. Infatti, non tutti i legni sono idonei a questa zona di lavoro che vede acqua, umido e sporco. 
Punto primo, non esiste legno che non si segni. Ma esistono legni che si segnano meno. 
Per cui inondate la vostra casa di Iroko, di rovere, di bambù, di jatoba e di frassino, ma anche di teak e merbau, tutti legni abbastanza duri da consentirvi un ottima praticità in cucina senza rinunciare alla bellezza estetica di un pavimento uniforme. 
Importantissima inoltre è la scelta del tipo di parquet. Premesso che il massello è più pregiato il prefinito è più pratico perchè subisce meno movimenti e si dilatazioni resistendo meglio all'umidità. 
Ma ATTENZIONE: la qualità del supporto su cui si basa il prefinito è fondamentale. Scegliere un prefinito scadente equivale ad avere un pavimento inadatto alla zona cucina. Il supporto dovrà essere infatti di durezza adeguata alla lamina di legno che lo rivestirà, altrimenti tutti i buoni propositi vanno a quel paese!
Altresì è importante la verniciatura che viene data. La stessa è un ulteriore protezione alla nobiltà del legno. Nella zona cucina è bene scegliere un trattamento ad ok specifico a renderlo idrofugo. Sarà proprio questa caratteristica a rendere più facile la pulizia del pavimento in legno che non assorbirà i liquidi.
Questo è sempre stato un argomento spinoso. Spesso i miei clienti risultavano terrorizzati all'idea del parquet in cucina, nonostante l'apprezzamento estetico, sebbene ammetto che difficilmente qualcuno si è pentito. 


martedì 28 gennaio 2014

I MIEI PREFERITI.

In tutti i miei post non ho mai nascosto la mia preferenza nei confronti di prodotti, aziende e materiali. Non ci posso fare niente se traspare! Dovrei essere "imparziale", ma come si fa??
Mettetevi nella mia posizione, in cui vedo centinaia di prodotti e li abbino in diversi modi, vi garantisco che è davvero difficile scegliere, perchè anche quelli che presi singolarmente non mi dicono granchè, hanno buone possibilità di colpirmi positivamente una volta contestualizzati!
Alcuni di tutti quegl' elementi che vedete fotografati, potendo, vorrei non mancassero nella mia casa ideale. Ovviamente in un mondo ipotetico nel quale non debba preoccuparmi del budget per la mia casa ideale.
Tra le svariate cose che mi piacciono ce ne sono alcune dal budget piuttosto impegnativo ma che a livello estetico possono essere sostituiti da prodotti più economici somiglianti. Altri invece, sono prodotti più economici ma non per questo meno affascinanti.
In primis ci sono due pezzi must di Flexform: 
- il divano "groundpiece" con i cuscini di schiena completamente in piuma d'oca, rivestito con il suo classico tessuto misto cotone nei colori terra.
- L'altro è la poltrocina "thomas", seduta bassa e schienale in legno avvolgente... Da sempre per me un pezzo elegante se proposta in toni soft, sfizioso se proposto in toni decisi e colorati.
- Lampade aplique per illuminare pareti e lampade a sospensione per definire zone precise della casa.
- Sedie in tessuto plastico per la cucina, leggere, pratiche e non troppo ingombranti.
- Per la zona pranzo, adoro quelle di vibrazioni art design in metallo recuperato.
- Legno grezzo invece per il
tavolo da pranzo e per il piano di lavoro della cucina.
- Madia e vetrina Ikea, caratterizzate da colori accesi, che sono quelli della collezione attuale.
- Specchi dalle cornici molto lavorate, ma caratterizzate da colori soft.
- Letto imbottito. Ma anche dei pouff o una panca ai suoi piedi, spazio permettendo.
Ovviamente non tutto ciò che preferiamo corrisponde a ciò che abbiano in casa.






lunedì 25 marzo 2013

RISTRUTTURARE: PAVIMENTO IN CERAMICA EFFETTO LEGNO.

PAVIMENTI IN CERAMICA
Non è mai una cosa che si fa troppo volentieri, ristrutturare un'ambiente o peggio ancora l'intera abitazione. Ciò comporta notevoli disagi, di tempo, spazio e pulizia, nonchè scelte economiche che riguardano materiali, posa e rifinitura varie.
Quando si acquista una casa, difficilmente il pavimento esistente rispecchia il nostro gusto, e certamente la sua modifica comporta non poca spesa. Bisogna smantellare quello vecchio, rasare il pavimento, livellare e scegliere il materiale che più ci aggrada considerando spesa al mq e spesa richiesta dal posatore. Sembra niente, ma nel complesso di una ristrutturazione, non è poco!
Tra le scelte più gettonate, già detto, il parquet rimane quello che va per la maggiore finchè non ci si trova davanti a prezzi e soprattutto al limite che può dare l'idea di un pavimento "delicato" in legno.
Ovviamente la soluzione c'è, se ci piace l'effetto del parquet, la vena del legno e la posa sfalzata. Ed è appunto la pavimentazione in ceramica che riproduce fedelmente il colore, le venature e l'alternanza di colore tipica del legno. Ad esempio il nuovo "parquet ceramico" di DelConca Fast. 
Innovativo per concezione, perchè si ha un pavimento in ceramica che si atteggia a parquet, facile da pulire e resistente (come una piastrella!)e molto verosimile al legno, ma soprattutto brevettato per la sua principale caratteristica: la POSA VELOCE e l'ASSENZA DI COLLE. 
Non è necessario smantellare il pavimento esistente, basta controllare che sia pulito e in piano. Si stende il materassino fono assorbente, si sistema la prima riga di piastrelle contro il muro, tenendolo distaccato con appositi distanziatori, 5 mm. c.a., si infilano gli inserti plastici alle piastrelle posate e poi si accostano le altre piastrelle, sfalzandole come più ci piace per dare l'effetto a correre o come preferiamo. Si picchiettano con un martello in gomma per unirle bene ed il risultato è una pavimentazione omogenea, senza polvere e sporco e soprattutto senza fughe tipiche delle piastrelle!!
Niente di più vicino al vero effetto "parquet"!
Le colorazioni variano dal sbiancato, al beige e grigio al classico più rossiccio.
L'effetto visivo è molto caldo e omogeneo.
Se avete delle scale in casa non dovrete rinunciare a rivestire anche quelle. E' disponibile il battiscopa in tinta. e se per caso una piastrella dopo tempo dovesse rompersi? Si rimuove solo quella piastrella, si spacca piano piano, la si sfila e si inserisce quella nuova. Che avrà lo stesso colore delle altre, che essendo ceramiche non avranno variato tonalità di colore negl'anni come farebbe il legno.
Ok, non vi sto dicendo che avere il pavimento Del Conca Fast sarà come avere un pavimento in legno. Resta comunque una ceramica. Ma è certo che rimane la soluzione più comoda per sostituire senza grossi lavori di ristrutturazione il vostro vecchio pavimento.

venerdì 22 febbraio 2013

SCEGLIERE LE PORTE INTERNE.

Porta Garofoli
Le porte interne di casa sono sempre un incognita! O ci si pensa troppo o troppo poco. 
Tendenzialmente sono anche l'ultima cosa a cui si pensa quando si arreda o si ristruttura casa. Eppure, le porte da interni hanno un ruolo molto importante in un abitazione, dividono ambienti rendendoli comunicanti, ci invitano ad essere oltrepassate per scoprire cosa nascondono oltre.
Inoltre, dovendo rassegnarci sempre più ad abitazioni più ristrette, la stessa porta diventa quasi un elemento che obbligatoriamente deve delineare spazi ed è anche si ben visibile nel complesso dell casa.
Allora cosa scegliere? Che linea seguire?
Partiamo dal presupposto che la porta E' un elemento d'arredo a tutti gli effetti e che come tale deve integrarsi con il resto dell'arredo. Ciò non vuol dire che deve necessariamente confondersi con esso, anzi, può diventare elemento di contrasto o elemento di unione tra due linee di arredo scelte.
Al di là del gusto personale sulla finitura è importante definire dove inserire porte piene e dove porte con vetro.
Le prime, proprio perchè piene, impediscono alla luce di filtrare e sono indicate per i locali notte, camera da letto, camerette o anche studi domestici; Chi sarà impegnato a godersi la comodità del materasso su cui dorme non sarà infastidito dalla luce che arriva dal locale vicino.
Le seconde, più indicate per i locali giorno, lasciano passare la luce e intravedere ciò che avviene oltre, tornano estremamente utili se dividono locali privi di finestre o comunque che godono di poca luce naturale. 
Sempre più spesso le porte in vetro diventano divisori tra cucina e living in ambienti open space. Nelle nuove costruzioni infatti, dove la zona giorno è un locale unico, consentono di creare una sottile separazione tra cucina e soggiorno, utile a schermare odori.
La scelta spazia tra le diverse tipologie d'apertura, da scegliersi in funzione della frequenza d'uso.
  • porta battente: la più tradizionale e ad oggi richiesta; il senso d'apertura è definito in funzione dello spazio, quello che sarà il senso di rotazione definirà l'ingombro utile da lasciare libero per la sua apertura. Le finiture sono le più svariate. E' una porta ben visibile sia da aperta che chiusa.
  • porte scorrevoli "scrigno" o esterne: le prime sono le più gettonate perchè possono sparire all'interno del muro, non creano limiti d'ingombro per l'arredo e i passaggi, le seconde scorrono esterne a filo parete, necessitano quindi del loro stesso ingombro anche sulla parete sulla quale scorrono, ma possono scorrere anche dietro ad un mobile studiato ad ok. Il binario è spesso a vista o pùò essere incassato nel cartongesso.
  • bilico: il senso è un pò quello del battente con la differenza che il perno di rotazione non è tutto esterno, l'effetto all'apertura è molto bello, sono però piuttosto scomode per lo spazio che richiedono una volta aperte.
  • libro: stesso concetto del battente, ma doppio, ripiegato su se stesso. Portano via la metà dello spazio di una battente tradizionale. Esteticamente meno piacevoli per il taglio verticale obbligato, ma molto indicate in sostituzione di una battente nel caso in cui non si potesse intervenire con una scorrevole interno muro.
  • filo muro: nuovissime di concezione più moderna, stipiti piatti o del tutto inesistenti (è importante che il muratore che rifinisce i muri sia "uno bravo") a creare un effetto parete continuo, quanto meno da un lato del locale. Ideali se non si vuole vedere la porta e riconoscerla come tale perchè può essere rifinita come la parete.
Lo stile che sceglierete e la finitura dipende dall'effetto ottico che vorrete ottenere, io sono dell'idea che le porte ci sono ed in quanto tali si devono vedere ed essere belle. E' un investimento che si fà una volta,  e va fatto consapevolmente.

Porte Rimadesio; Garofoli; GDesigner.

mercoledì 13 febbraio 2013

LA CUCINA AD ISOLA. PREDISPOSIZIONI. PRO E CONTRO.

Confessate, chi di voi non si è mai soffermato ad osservare una vetrina con una grande cucina ad isola centrale, pensando "quanto mi piacerebbe avere una cucina così!".
In molti, lo so. Anche quelli che dispongono di un cucinotto l'hanno pensato.
Eppure, come ogni elemento della nostra casa che si rispetti, vi sono pro e contro e soprattutto bisogna considerare diversi aspetti in corso d'opera.
Innanzitutto la cucina ad isola può essere gestita in due modi:
- cucina ad isola non attrezzata;
- cucina ad isola attrezzata.
Nel primo caso si presuppone che la parete attrezzata dell nostra cucina sia alle spalle dell'isola o comunque disponga di una parete ad essa dedicata. Vi ricordo che per cucina attrezzata si intende quella parte di cucina predisposta con lavello e cottura alla lavorazione effettiva.
Questa soluzione è bene prenderla in considerazione quando si ristruttura casa e si vuole inserire appunto un' isola, in quanto è possibile mantenere o spostare di pochi la posizione dell'acqua, mantenendo quindi l'area lavaggio nella zona già prevista in precedenza. Diverso, nonchè più semplice è attrezzare l'isola con il gas. Ovvero, tenere la zona lavaggio a parete ed avere ad isola piano cottura, cappa e volendo anche il forno.
Questo è più semplice perchè si tratta di prolungare solo il tubo del gas, mediante la traccia a pavimento e interrandolo, fino al punto interessato. Si tratta poi di definire la posizione esatta della cappa a soffitto per predisporne l'uscita del cavo corrente.
Nel secondo caso invece, se si vuole predisporre tutta la zona operativa sull'isola, bisognerà predisporre anche il carico e scarico dell'acqua facendo attenzione alle pendenze delle tubazioni per non avere problemi di rigurgiti in seguito.
La predisposizione dell'acqua a pavimento consiste nel far alzare un muretto dal muratore in cui per l'appunto di alzeranno le tubazioni per il collegamento al lavello ed alla lavastoviglie. 
Anche in questo caso, come nel caso di una parete attrezzata tradizionale è bene avere un piano di lavoro libero tra il lavello e la cottura che ci agevoli nelle normali operazioni.
Fondamentali sono le distanze per i passaggi da rispettare. Tra la parete attrezzata e l'isola bisogna considerare uno spazio utile di 100/120 cm. per apertura ante e passaggio. Stessa cosa se dall'altra parte abbiamo delle colonne.
L'isola, inoltre, può essere "singola" o "doppia". Nel senso che possiamo attrezzarla con solo una fila di basi, avendo quindi una profondità di circa 65 cm., oppure potrebbe avere le basi sia da una lato che dall'altro, profonde 60 o meno profonde, aumentando così l'ingombro dell'isola e ottenendo un maggior piano d'appoggio.
Devo dire che l'isola piace molto perchè dà quest'idea di cucina americana, di spazi ampi.. ma va verifica bene in corso d'opera, perchè non sempre consente di sfruttare bene gli spazi perchè diventa un volume ingombrante in mezzo al locale.


lunedì 28 gennaio 2013

TAVOLI PER IL SOGGIORNO.

Ehi, ho scritto soggiorno, mica sala da pranzo!
Si perchè non serve mica avere per forza una vera e propria sala da pranzo per poter inserire un tavolo con le sedie, creare l'angolo pranzo anche in soggiorno è possibile e fattibile!
Dobbiamo solo ridimensionarci, o meglio dare la giusta dimensione al tavolo a seconda dell'ampiezza del soggiorno che abbiamo a disposizione.
Definiamo lo spazio: lì va il divano, lì il mobile per la tv, e lì vicino alla finestra e/o porta finestra, il tavolo da pranzo con le sedie.
Deciso questo ricordiamoci una cosa ESSENZIALE: questa zona avrà bisogno di illuminazione, giusta e non fastidiosa e particolarmente forte. dovrà essere una luce sufficiente da farci guardare bene in volto i nostri ospiti ma non da farci tenere gli occhiali da sole indossati. In fase di predisposizione punti luce, è li che andrà pensato l'unico punto luce a soffitto del soggiorno. Lì dove pranzerete.
Infatti, il soggiorno, di norma, non richiede l'uso di un lampadario a soffitto che faccia una luce generica nel locale. Il soggiorno è un ambiente per rilassarti, per conversare e ospitare. Poco invasivo in tutti i suoi elementi. Rilassante. Per cui la luce dovrà essere mirata., per questo motivo l'unico lampadario cadrà sopra al tavolo.
La scelta del tavolo, per dimensione e finitura dovrà essere proporzionato, se il soggiorno non è grandissimo e preferiamo comunque dare più spazio alla zona conversazione, il tavolo avrà una dimensione più piccola: 120x80 o 140x80/90, allungabile per non lasciare nessuno a bocca asciutta. Le sedie, meglio se esili, che imgombrino poco e che possano stare il più possibile all'interno del tavolo. Se la sua posizione sarà in un angolo del locale, ricordate di lasciare almeno 60 cm. dalla parete al tavolo, così potrete inserire la sedia senza strizzarvi troppo per sedervi. Le finiture, bhè a scelta e legate al resto dell'arredo. Magari un piano in legno, importante con delle sedie trasparenti, molto leggere. Il protagonista sarà il tavolo. O, al contrario, un tavolo in vetro, trasparente con un basamento importante, un centro tavola e delle sedie morbide nelle linee e nell'imbottitura.
Ma se il tavolo non ci sta? Se il soggiorno è piccino e inserire un tavolo vero e proprio è fuori luogo? Che si fa?
Semplice, ognuno mangi a casa sua e via!
Scherzo, pensiamo ad un alternativa, niente tavolo, ok ma un tavolino che diventi tavolo. Insomma un tavolo due funzioni. E' la soluzione migliore soprattutto se non si è una famiglia numerosa che necessita di grossi tavoli e se si predilige avere maggiore ampiezza nel locale.
Ripiegare su un tavolo SU E GIU' non è un ripiego vero e proprio, anche perchè, già ve l'ho detto, in uno spazio ristretto non ci possono essere due tavoli. Quindi, nella normalità delle vostre serate avrete un tavolino da divano su cui poggiare bibite, riveste etc. Quando invece servirà lo sposterete lo solleverete e lo allungherete, anche abbastanza facilmente. I meccanismi oggi sono diventati molto leggeri e facili da usare, tutti a pressione, il tavolo fa quasi tutto da solo. Quale scegliere? Anche qui, come per un tavolo normale le regole non cambiano.
Assicurati solo di avere dove riporre delle sedie pieghevoli!
E la luce? qui certo non potremo inserire un punto luce a soffitto, così, dove capita, allora la scelta migliore è utilizzare una lampada a stelo, tipo arco, abbastanza ampia da indirizzare sul tavolo, una volta aperto, il suo fascio di luce.
Immagini dal web.

giovedì 10 gennaio 2013

CERTIFICAZIONI. TRA SOSTENIBILITA' E QUALITA'.

Voglio affrontare un argomento spinoso e complesso nonché sconosciuto ai più, argomento spesso evitato dalle aziende produttrici e ignorato dai consumatori i quali acquistano un prodotto senza conoscerne le reali caratteristiche.
Innanzitutto, proprio come per gli alimenti o i giocattoli, il mobile è sottoposto ad una serie di controlli qualità e deve rispondere a precise regole che gli danno o meno il marchio di qualità, esiste infatti una struttura in grado di analizzare la qualità di un mobile secondo prove normalizzate che non lasciano dubbi a interpretazioni personali. Tale struttura è il CENTRO CATAS (http://www.catas.com/) che decreta e stabilisce se un elemento supera o meno queste prove.
E' chiaro che, il fatto di non "superare" queste prove non evita che il mobile o l'elemento vengano messi in commercio ugualmente, bensì serve al consumatore per sapere se il pezzo che sta comprando e costa così caro vale la pena non solo da un punto di vista estetico (che come è personale) ma anche qualitativo e di normative.
Detto questo vorrei informarvi di quelli che sono i principali marchi che sarebbe bene conoscessimo tutti, per poter acquistare prodotti che rispettino l’ambiente in cui viviamo e la nostra stessa qualità della vita. Non dimentichiamo infatti che tutto ciò che mettiamo in casa lo viviamo, lo tocchiamo e lo respiriamo, per cui materiali scadenti o peggio nocivi all'interno dei nostri mobili diventano nocivi per noi stessi e per i nostri bambini.

  •  ISO9000: facendo riferimento alle norme internazionali sulla qualità del processo di lavorazione, garantisce che all’ interno di una fabbrica ci sia un sistema che normalizzi e migliori i sistemi produttivi.

  • ISO9001certificazione che non analizza la qualità di un prodotto bensì quella del sistema produttivo che viene fissato dall’azienda, il quale però potrebbe anche essere basso, purchè rispettato. Nel senso che un’azienda seguendo determinati e certificati processi produttivi può comunque produrre mobili qualitativamente “non alti”, quindi con truciolare scadente rivestito di carta molto sottile, senza quindi prestare particolare attenzione a quelli che sono i materiali usati. Motivo per cui, potremmo trovare questo marchio valido anche per i cosiddetti mobili economici.
  • ISO14001: certificazione ambientale la quale garantisce che l’azienda rispetti le leggi ambientali riguardanti rumore, emissioni tossiche, polveri, e scarico acque. Garantisce quindi che l’azienda abbia un sistema di smaltimento rifiuti controllato e che si a basso consumo energetico. In tal modo un'azienda eviterà di rendere maggiormente inquinato il pianeta su cui viviamo.
  • ECOLABEL: marchio ambientale applicato ai prodotti Ecocompatibili, a basso impatto ambientale in tutto il loro ciclo produttivo. 
  • FSC: garantisce che il legno con questo marchio provenga da foreste gestite mantenendone la biodiversità, le funzioni ecologiche e beneficiando le comunità locali.
  • VERO LEGNOhttp://www.verolegno.it/ marchio utilizzato per prodotti che contengono legno come materiale caratterizzante e primario, lo stesso mobile in truciolare può ottenere questo marchio purchè il suo rivestimento esterno sia anche solo di 0,5 mm. di legno. Il mobile DEVE essere accompagnato da un' etichetta che ne specifichi i materiali utilizzati.


E’ tutto chiaro, no??!
Ok, no.
Mi rendo conto che non è semplice, soprattutto quando già si deve fare i conti con quello che piace e che si deve spendere, pensare anche di cercare se un azienda possiede o meno un marchio, ma è comunque meglio esserne a conoscenza per poter valutare bene soprattutto quando si acquista una cucina o un arredo economicamente alto, il quale, a maggior ragione non può non rispondere a tutte le norme qualitative vigenti.
Ed, ancora più importante è COMPRARE ITALIANO.
Viviamo ancora nel paese che può vantare i più grandi maestri creativi e soprattutto la manifattura migliore, aziende come Flexform, Poliform, Baxter, possono ancora vantare una produzione tutta italiana notevolmente alta e tutelata, così come aziende meno famose e nominate le quali hanno la produzione nel cuore vibrante della Brianza e che, seppur con tutta la fatica, resistono.
Conoscere infatti la politica di un'azienda, sapere che, ad esempio come Baxter, è una delle prime aziende italiane a impatto zero e che alimenta i suoi uffici e parte della produzione ad energia solare, sapere che ha investito in qualcosa di grande per prima, non può che farci pensare che la stessa attenzione viene e verrà riservata anche ai prodotti che compreremo.

venerdì 21 dicembre 2012

UNA NATALE CHE SIA COME LA FINE DEL MONDO.

Non si parla d' altro.
Ma che arrivi o non arrivi questa fine del mondo preannunciata dai Maya, passate un buon Natale, ricco di dolcezze e di regali.
Andiamo avanti nonostante l'anno faticoso e difficile, che arrivino tempi migliori per tutti noi.
Io resto operativa, il tempo è stato poco e molto tiranno ultimamente, motivo per cui i miei post sono stati pochi, ma mi rifarò, tranquilli! Vi proporrò nuove idee e soluzioni!

AUGURI di UN  NATALE ROSSO (papavero)!



martedì 11 dicembre 2012

PARQUET. SCEGLIERE IL LEGNO PER I PAVIMENTI.

E' un classico. Non c'è che dire, architetti e designer possono inventarsi pavimenti di ogni genere, utilizzare i materiali più svariati e strampalati, innovativi e modernissimi, ma quello che SEMPRE affascina rimane lui, incontrastato nel tempo, il PARQUET.
Legno per la casa, per chi ama camminare scalzo, per chi ama il tepore che solo un materiale naturale può dare.
Il parquet rimane tra i rivestimenti per la casa più scelti ed apprezzati. Chi non l'ha lo desidera e chi ce l'ha non lo cambierebbe con altro.
Le paure iniziali, quando si va verso questo tipo di scelta, sono la sua potenziale fragilità; l'idea che possa rovinarsi, rigarsi, che entrando in casa con un sassolino sotto la scarpa e lo si segni, frena molto nella scelta. Ma, diciamocelo, è il suo bello. Non si può scegliere di avere un pavimento in legno senza accettarne imperfezioni, eventuali graffi causati da tacchi o sassolini, senza accettare la variazione leggera di colore che avviene negl'anni. Il bello del legno è proprio quell'aspetto vissuto che riesce a conferire. E una casa non è tale se non è vissuta.
Per cui, orientiamoci un pò nella scelta dei vari legni disponibili, tenendo conto che la reale particolarità del legno è la capacità di tenere inalterata la temperatura dell'ambiente, ed inoltre il legno è molto più ecologico dei vari materiali alternativi e la sua stessa lavorazione richiede un minor uso di energia.
PARQUET PREFINITO: elementi di legno composti da più strati, calibrati, levigati e verniciati prima di essere posati, ha uno spessore che va da 3 a 6 mm.
PARQUET TRADIZIONALE: elementi di legno con o senza incastro, tutte la lavorazioni vengono effettuate una volta posato.
Per entrambi i tipi di parquet si può scegliere la tipologia di posa: 
-Incollo: utile se si vuole applicare il parquet su di un pavimento già esistente, tenete conto però dello spessore, tra un pavimento e l'altro sarà visibile il leggero dislivello, a meno che non utilizziate questo metodo per tutta la pavimentazione della casa.
-Inchiodato;
-Flottante: il migliore per quanto riguarda isolamento termico ed acustico, viene utilizzata inoltre una colla resistente all'umidità.
-A correre: si utilizzano liste di varie lunghezze e tecnicamente non viene rispettato alcuno schema. L'effetto che si ottiene con questa posa è ampliare la profondità del locale dando la sensazione di un ambiente più ampio.
-Spina di pesce: (il mio preferito!) l'effetto è estremamente piacevole e movimentato, anche qui è una posa che aiuta ad ampliare lo spazio.
-A scacchiera: vengono utilizzate liste di svariati formati disposti alternandoli in altezza e larghezza.
Che legno scegliere però per la vostra casa? Ovviamente il gusto personale influisce non poco; I legni più utilizzati:
- Faggio: molto lineare e pulito nella sua venatura ha una notevole durezza, colore tendente al giallo;
- Noce: è una legno dalla fibra variabile, per cui le liste avranno colorazioni che potranno variare dal chiaro allo scuro, tenete sempre conto che è un legno che tende a scurire nel tempo epr via dell'ossidazione;
- Wengè: tra i legni più scuri danno un'aria molto moderna alla casa, anche questo nel tempo scurisce un pò, ma è piuttosto resistente. Unica pecca (e lo dico per le signore) la polvere è il suo peggior nemico;
- Doussiè: elegante e raffinato, ha una venatura irregolare, a seconda della larghezza e lunghezza delle liste può creare dei bei giochi di movimento
- Teak: come già detto, legno molto resistente anche all'umidità, ha venatura variabile e nel tempo tende quasi a sbiadire, ad imbiondirsi;
- Merbau: legno che dà al rossiccio ha vena larga, abbastanza duro;
- Rovere: ha una vena piuttosto regolare e fitta, oggi è molto usato perchè si presta a varie sbiancature, certamente un buon legno estetico se si vuole dare una caratteristica definita alla casa. A livello estetico ( a mio parere) dà un effetto meno caldo.



venerdì 23 novembre 2012

CAMINO: IL CALORE DELL'ARREDAMENTO.

Il camino è forse l'elemento più antico che nonostante il passare del tempo, delle mode e degli stili, mantiene il suo indiscusso fascino romantico e casalingo che lo rende attuale anche nel 21° secolo, dove tutto è tecnologico e la casa può perfino essere governata e comandata a distanza da un cellulare.
Cosa lo renda così affascinante non è dato saperlo, certo è che entrare in una casa che ha acceso un camino a legna risveglia sensi sopiti da tempo. Per mio conto è il profumo del legno con il suo scoppiettare e quella leggera luce mobile a creare movimento e giochi di ombre a renderlo così speciale.
Va da sè che un camino è comunque impegnativo in primis per la scelta: focolare aperto o focolare chiuso?
Molto dipende dal motivo per cui inseriamo il camino nel locale. Se occorre effettivamente riscaldare, oltre che soddisfare esigenze e piaceri estetici, sarà bene optare per un focolare chiuso da unno sportellino ceramico resistente al calore e alte temperature, il quale consente di sfruttare anche fino all'80% del calore emesso dal camino. Non solo, all'atto pratico evita a fuligine e cenere di finire in giro per il locale (scusate se è poco!).
Un focolare aperto, invece, sebbene possa dare un diverso impatto estetico, crea una notevole dispersione del calore tanto che quello utile a riscaldare risulta essere solo il 20%.
Qualunque sia la scelta dettata dai più svariati motivi, i fumi prodotti dal camino vengono convogliati in una cappa che potrà essere in metallo o in mattini, posta all'interno del camino, la quale li convoglierà alla canna fumaria fino all'esterno dell'abitazione. La canna fumaria è forse l'elemento più importante per un buon funzionamento del camino, inoltre deve rispondere a tutte le regole delle ultime normative per essere 100% a norma. La realizzazione di essa, è di facile costruzione se abitate in una casa indipendente, più complesso invece in condominio, in quanto la realizzazione di una canna fumaria apposita richiede una serie di permessi.
Tutto il resto è pura fantasia, come deciderete di incassare il camino, di unirlo alla canna fumaria per nascondere la cappa, sarà solo questione di gusto e fantasia e giusto utilizzo dei materiali appositi, resistenti al colore e ignifughi. Affidarsi a professionisti del calore è indispensabile!
La pietra è certamente tra i materiali che si presta meglio per rifinire camini. L'importante è creare dei giochi di volumi volti a mascherare la conduzione alla canna fumaria, utilizzando controsoffittature ignifughe e colori a movimentare il tutto accentuando quest'elemento dall'impatto estetico molto forte.


mercoledì 21 novembre 2012

INSERIRE LA TV IN SOGGIORNO.

Ve lo ricordate in caro vecchio televisore con tubo catodico? Ah, quante volte l'abbiamo maledetto perchè ci obbligava ad utilizzare grandi e profondi mobili a suo sostegno? Pensavamo che, se non fosse stato così voluminoso, non avremmo avuto problemi.
E ora, che è stato ampliamente sostituito da schermi ultra piatti e sempre più grandi di dimensioni, sottilissimi e leggerissimi, pensavamo di aver risolto ogni problema di inserimento in soggiorno. Ebbene, nonostante anche i mobili si siano adeguati (in realtà si è adeguata la tv) a tutta questa leggerezza, non sempre è facile inserire quest'elettrodomestico nel contesto in modo appropriato. In primis c'è da dire che ci sono delle distanze da rispettare tra tv e soggiorno. Per intenderci: se dal divano a dove inseriremo la tv abbiamo un distanza irrisoria che non supera i 2 mt. sarebbe opportuno NON scegliere una tv da 45" ma limitarsi ad un 32, detto questo, dove e come inseriamo la tv?
Innanzitutto le scelte sono due: appesa a muro o appoggiata al mobile? Molto è questione di estetica, nel primo caso la tv funge da complemento d'arredo e ha un ruolo da quadro più che da elettrodomestico. Nel secondo è puramente se stessa. In ogni caso abbiamo un problema di cavi elettrici che dovremo a tutti i costi tentare di nascondere.
E' importante che, in fase di predisposizione d'impianto elettrico, la scelta sia già definita perchè l'altezza ideale per una tv appesa è di circa 120 cm. da terra, sarà quindi a quella distanza che andrà predisposta l'uscita dei cavi. La tv poi farà il resto in quanto una volta appesa coprirà completamente tutti i fili.
Ma, cosa succede se questa scelta non avviene all'inizio ma è conseguenza dei tempi che cambiano?
Bhè, bracci per appendere le tv a parete è pieno il mondo ma rimane il problema cavi: la soluzione più idonea è senza dubbio intervenire con un pannello che va dall'altezza del mobile o da terra in su. Questo pannello, distanziato di pochi centimetri dal muro consente il libero passaggio dei vari cavi e si presta bene ad ogni tipo di arredamento perchè ciò che ne cambia l'aspetto è la finitura che si sceglie (legno, laccato lucido, etc...)
In alternativa, esistono degl'elementi porta tv già predisposti a questa funzione, un pò più tecnici a livello estetico, ma che risolvono in ogni caso il problema.
Nella seconda ipotesi invece, ossia quella in cui la tv verrà appoggiata al mobile, le opzioni sono due: partendo dal presupposto che le prese hanno altezza da terra di circa 30 cm. con il mobile bisognerà o superare quest'altezza o stargli sotto.
In una situazione di mobile più tradizionale esso sarà ben più alto e i modi per tenere accessibili e al tempo stesso nascosti i cavi sono: schienale forato in corrispondenza delle prese con relativo foro passacavi sul top per il collegamento oppure oggi le aziende rispondono con dei top movibili che ne consentono il libero accesso.
Ovviamente, tra il mobile tradizionale e quello moderno e sintetico è solo una questione di gusti, ma la tv esiste e spesso vincola nella scelta del mobile stesso. Se volete posizionarla "altrove" provate a dare un occhio alla produzione di aziende che commercializzano complementi, come Calligaris ad esempio oppure rivolgetevi ad un falegname che sarà in grado di proporvi un pannello adatto come quello di cui abbiamo parlato sopra, e ovviamente affidatevi a qualcuno che comprendendo le vostre esigenze e bisogni lo progetti adeguatamente, tipo me ; )

Soluzioni Pianca; B&B Italia; Calligaris; progettazione su misura.

martedì 13 novembre 2012

ARMADI. UNO PER TUTTI.

Anche questo sembra un argomento facile. Facile scegliere l'armadio, non ci vuole poi molto fino al momento in cui vi recate dal mobiliere (convinti di sapere già tutto) ed esso vi illustra tutta una serie infinita si scelte, modelli, alternative, aperture, componibilità da lasciarvi praticamente interdetti.
Ecco perchè Vi spiego in breve quali sono le scelte possibili e quali siano le migliori a seconda dei casi.

ARMADIO ANTA BATTENTE: il classico, semplice e pulito nonchè intramontabile. Tra le aperture disponibili sul mercato è certamente quella più economica e più veloce, ci permette volendo di poter aprire contemporaneamente tutte le ante e di avere sott'occhio tutto il contenuto dell'armadio. Nei casi più tradizionali si tende a fare dei moduli regolari in modo che le ante, tra loro, sia tutte della stessa dimensione e quindi si crei una certa omogeneità. Se si vuole "nascondere" il più possibile questo volume  ci sono due possibilità: anta laccata (meglio se opaca) del colore più simile alla parete che tende quindi a sparire oppure delle ante in cementite che farete verniciare con la stessa pittura adoperata per le pareti. In questo caso l'effetto invisibilità è assicurato al 98% sia per colore che per finitura (rimangono visibili i tagli di apertura delle ante e se le avete scelte anche le maniglie, ma che ci volte fare, ci sono!), unica pecca è che commercialmente non è un armadio che troverete di qualche azienda, bensì dovrete rivolgervi ad un falegname. Ma le aziende ormai, sempre più sensibili a queste esigenze, propongono svariate scelte di colore tali da accontentare le vostre esigenze.
Il vantaggio che offre è quello di inserire all'interno delle ante degli specchi, lunghi utili se non potete inserirne altri nel locale. Se inoltre avete un soffitto spiovente, una mansarda questo è l'unico modo che avrete per sfruttare a pieno le altezze.

ARMADIO ANTA SCORREVOLE: ne abbiamo in realtà già parlato. Un'apertura ormai gettonatissima e molto, molto richiesta in quanto innanzitutto elimina il problema di dover avere difronte lo spazio sufficiente per l'apertura battente delle ante, e in secondo luogo molto pratico e lineare. Dapprima si utilizzava un anta per ogni vano, per cui il risultato erano tre se non quattro ante scorrevoli, quindi svariati dislivelli. Oggi una grande anta copre due vani armadio, e la tendenza è di diminuire il numero delle ante pur mantenendo internamente una divisione logica. Pecca di queste apertura è la polvere, nonostante l'armadio sia dotato di fasce antipolvere questa filtra dalla parte superiore in cui appoggia il binario. Le signore non amano questo dettaglio.

ARMADIO ANTA COMPLANARE: ve ne ho parlato soprattutto affrontando il discorso delle madie, il concetto è lo stesso dello scorrevole, ma le ante, una volta chiuse, sono perfettamente allineate e non è visibile nessun dislivello. Per aprire l'anta basterà afferrarla e spingerla dolcemente verso di sè, si attiverà un sistema a spinta che butta fuori l'anta e poi potrà scorrere sopra l'altra  lasciandovi libera la visuale dell'interno che vi interessa. Oggi il meccanismo è molto migliorato e le prestazioni sono soprattutto più durature, sebbene vi sconsiglio vivamente di scegliere un'anta in vetro per questa apertura perchè eccessivamente pesante e con il passare degl'anni il meccanismo non risulterà più fluido e agevole. Ovviamente, per tutta questa tecnologia, è l'apertura più cara.

ARMADIO ANTE LIBRO: è il concetto dell'anta battente unita ad un'unità scorrevole, un'anta ne apre due liberando il vano. Poco richiesta e prodotta ormai, comunque continua ad esistere.

In ogni caso, qualunque sia l'apertura che sceglierete o che vi potrete permettere, ricordate che l'armadio va attrezzato bene internamente. E' fondamentale avere dei ripiani in alto per riporre il cambio stagione, ideale avere un vano più stretto e lungo utile per cappotti e abiti lunghi. Appenderia per gonne, pantaloni e camicie, che mediamente portano un altezza tra un ripiano e l'altro di circa 90-100 cm. Per i cassetti interni, bhè, dipende, io trovo più pratica, potendo, avere una cassettiera esterna, una settimanale o un comò per lasciare l'armadio solo all'appenderia o ripiani per qualcosa di voluminoso. Ma se non avete possibilità di inserire nel locale una cassettiera, sarà bene predisporla all'interno dell'armadio, meglio una cassettiera a 3 cassetti (o 4 a seconda della larghezza) a testa (se siete in due) considerato che la utilizzerete prevalentemente per intimo e piccolissimi indumenti.
Dall'organizzazione interna di un armadio dipenderà anche il tempo che impiegherete per recuperare un vestito al mattino, e mica vorrete alzarvi un'ora prima per cercarlo??


venerdì 2 novembre 2012

SPECCHIO, SPECCHIO RIFLESSO.

E' l'oggetto del miracolo.
E' l'unico elemento dell'arredamento, l'unico complemento in grado di ampliare lo spazio senza intervenire con opere murarie.
Arreda, completa, riempie e allarga. Tutto da solo.
Può un pò spaventare in quanto nella tradizione il suo utilizzo non è quello di arredare bensì semplicemente funzionale, limitato allo specchiarsi prima di uscire, infatti anni fa veniva utilizzato principalmente negli ingressi e nelle ante degli armadi, della serie "mi guardo appena vestito, un'ultima occhiata prima di uscire".
Oggi è quasi del tutto sparito dagli armadi, è difficile che un cliente richieda un armadio con le ante a specchio, risulta inquietante nonchè, così esteso, perde la sua migliore funzione di cui vi parlavo prima: allargare, perchè risulta poco luminoso.
La sua ubicazione oggi è molto più elastica e lo possiamo davvero trovare in ogni ambiente. Io l'ho spesso utilizzato in cucina.
Sembra assurdo vero?? Anche la mia cliente inizialmente quando provai a proporglielo mi guardò con gli occhi sbarrati incredula. Ma una cucina stretta e lunga, lineare e un pò piatta, aveva bisogno di un intervento di carattere che l'aiutasse a sembrare più larga. Detto fatto. E' "bastato" fare, di fronte alla parete attrezzata, un rivestimento alternato tra boiserie legno e specchio per avere una cucina più grande.
Un utilizzo più "canonico" è invece situarlo nella zona pranzo, in corrispondenza del tavolo. Uno specchio grande e importante. Meglio se con una cornice generosa e imponente, la dimensione ovviamente deve essere altrettanto ampia da riflettere bene tavolo, sedi e lampadario.
Certo, gli specchi più scenografici sono quelli che offrono cornici importanti e lavorate, molto spesse, protagoniste più dello specchio stesso (tant'è che potrebbero essere utilizzate prive di specchio, solo per arredare una parete), in legno intagliate a mano, rivestite in foglie oro o argento, verniciate e decapate.
Oppure in metallo, bronzate, lucide diamantate. Tutta questione di gusti. Purchè evidenti e ben inserite negli ambienti.
Anche in bagno, anzichè fare la solita specchiera filo muro è ideale inserire uno o più specchi con le cornici così lavorate. Insomma è bene rendere unico anche questo oggetto che ci accompagna dai tempi che furono.

lunedì 29 ottobre 2012

UN LETTO PER OGNI CAMERA.

E' il sogno di ogni camera da letto, una bel letto ampio, comodo e piacevole. E' certamente la cosa che prima salta all'occhio quando si entra in una stanza da letto. Nonostante l'armadio sia per volume più imponente, la tendenza a "nasconderlo" spinge l'attenzione verso il letto. Che diventa protagonista principale della camera.
Si potrebbe pensare che è un attimo scegliere il letto, cosa ci vuole?? Invece non è così, perchè anche i letti hanno i vari stili e rispecchiano la personalità che culleranno la notte. La prima domanda che bisogna porsi quando si sceglie questo indispensabile complemento è: imbottito o no? E' una scelta precisa di stile questa, perchè il letto imbottito, soprattutto se in tessuto, consente nel tempo svariate personalizzazioni ed è anche il letto che più facilmente si abbina ai diversi stili di un locale. Mentre un letto in legno, in ferro battuto o laccato deve giocarsi tutto sulla linea e sulla bellezza dei materiali.
Ad esempio, una camera estremamente moderna potrebbe ospitare un letto in ferro battuto rivestito in foglia argento, dalla testiera molto lavorata, ad accentuare notevolmente le due scelte bene distinte tra loro. In questo caso, se scegliete un letto contenitore dovrete rinunciare alla pediera per una pure questione pratica dell'apertura dello stesso.
Un letto in legno invece rende più caldo e accogliente l'ambiente, sebbene potrebbe risultare un pò scomodo quanto meno nella testata che non vi agevola se siete abituati ad esempio a leggere prima di dormire. Ci sono però delle linee belle ed avvolgenti anche rimanendo su questa finitura. I vantaggi di questa scelta sono senza dubbio la facilità di pulizia, un panno umido e via. Niente acari o polvere stagnate.
Il tessuto, oltre ad offrire come vi ho detto una versatilità notevole offre una scelta un pò più ampia nella scelta dei modelli, testate molto alte a creare una quinta, volumi più o meno imbottiti, sponde più o meno bombate e più o meno alte. Un'estrema gamma di scelte. Il lato negativo è dato dalla pulizia, nella maggior parte dei casi i letti sono 100% sfoderabili, e riposizionabili con il feltro. Ma a onor del vero non è così divertente rimettere il tessuto, che va tirato bene dopo il lavaggio per riacquistare elasticità.
Qualunque sia però la scelta che prenderete, non dimenticate che è un bel letto va arricchito e valorizzato, con coperte e cuscini da toni corrispondenti. Ora, non vi dico di buttare via il corredo ma almeno di adattarlo piacevolmente al vostro letto.
Juliette LE Falegnami; People Pianca; J'Adore Cantori; Progetto Le Falegnami; Set biancheria Sangallo Cantori;  Set biancheria inglese; Sacco Pianca;  Impunto Pianca; Set biancheria Frette.


sabato 6 ottobre 2012

COMPLEMENTI D'ARREDO: PARTICOLARI MANIFATTURE.

Abbiamo capito ormai che il complemento d'arredo è fondamentale per la riuscita di una buona e bella casa e che spesso le cambiano faccia amplificandone le caratteristiche che la distinguono da tutte le altre. Una lampada posizionata vicino al divano, o in corrispondenza dell'angolo lettura, con una bella poltrona, un pouff e un tavolino-leggio, è in grado di regalare la giusta atmosfera all'utilizzo di quel piccolo angolo.
Allo stesso modo, un oggetto all'apparenza "stravagante" ed ambiguo diventa utile ed al tempo stesso soggetto per rendere particolari punti della casa che altrimenti non godrebbero di alcun sapore.
Ci sono creativi che a pieno rispondono a queste esigenze, che hanno fatto della materia forma. Che hanno fatto del disegno creazione materiale. E la particolarità, il dettaglio nel dettaglio che differenzia il tutto.
Si trovano in realtà poche informazioni su di lui, Rude Bravo, sul web, ma chi ha visto qualche suo lavoro non può che apprezzarne la stravaganza e l'originalità. Certo non si parla di grosse produzioni, non si parla di oggetti riprodotti in serie nè tutti uguali in ogni minimo dettaglio. Potremmo quasi parlare di pezzi unici, di tirature limitate... insomma, qui non siamo nel mondo della grossa distribuzione, qui bisogna avere occhio lungo.

Ogni pezzo dona carattere e forza al locale in cui è inserito, famosissimo è il quartetto "L'ira di Alfredo", tavolini da divano (e non!) sviluppati in forma quadrata in fusione d'alluminio, stesse dimensioni ma aspetto differente per ognuno.

Ovviamente la posizione più scontata è quella vicino al divano o una chaise lounge, ma in versione alta potrebbero dare senso ad un ingresso.
Oppure, sempre in ingresso o nel grande guardaroba, nella camera degl'ospiti o perchè no, nell'ufficio o studio di design, si potrebbe colpire l'attenzione dei clienti con un appendiabiti dalla forza fisica estrema, di carattere e funzionale al tempo stesso. Ideale ed adeguato in ambienti moderni come quelli un pò più classici-contemporanei, ma certamente caratterizzante come l'appendiabiti Barbis De Fer. PErchè fà un certo effetto vedere due braccia che sembrano uscire dal muro quasi ad invitarti ad appendere la giacca, un invito ad accomodarti, insomma!
Anche qui l'elemento può essere inserito in contesti moderni utilizzando delle braccia in crosta d'alluminio oppure in contesti più classici grazie alla patina bronzo. Insomma, elasticità.
Inutile sottolinearVi che la tradizione, qui, è completamente stravolta.
La materia è la cosa più importante, se vi piace sentire qualcosa sotto le mani, sentirne la consistenza e vi piace attirare l'attenzione, direi che potete valutare questi pezzi di design italiano.
Infondo ormai lo sapete che basta poco per rendere la casa speciale.






giovedì 20 settembre 2012

MADIA O CREDENZA? QUESTO E' IL PROBLEMA.

E' un dubbio amletico, non scherzo!
Innanzitutto, è indiscussa la loro utilità, dai secoli che furono, le nostre mamme e le nostre nonne ne hanno avuta una (o l'altra!).
Certo, nel corso degl'anni hanno cambiato forma, si sono adeguate alle nuove esigenze e ai nuovi spazi ma ci sono ancora e io le adoro!
Trovo che siano entrambe un elemento decorativo ricco di fascino.
Sostanzialmente: la madia è un mobile contenitore che spesso si sviluppa in orizzontale, ossia più basso e lungo. La credenza invece, più contenuta nella sua larghezza si sviluppa prevalentemente in altezza.
Quando scegliere la madia?
Dunque, fermo restando come sempre che le esigenze di ognuno sono diverse, io propongo spesso di inserirla nella zona pranzo. L'angolo del soggiorno adibito a "sala da pranzo" apprezzerà molto questo elemento, per due motivi:
1- la madia farà da contenimento per tutti quelli che sono i servizi da tavola "buoni", per i bicchieri di cristallo e quant'altro, alleggerendo così notevolmente il mobile della sala, il quale potrà diventare protagonista della zona relax/tv senza essere un elemento mastodontico e pieno.
2- Essa, grazie alla sua altezza che varia a seconda del modello, se sospesa, da appoggio o se movimentata con giochi di volumi, ne permette un utilizzo molto pratico, ossia diventa un comodo appoggio buffet. Posizionata in corrispondenza della zona pranzo infatti ci permette di adoperarla per appoggiare vassoi e portate che sul tavolo ingombrerebbero.
Accompagnata da un grande specchio, una abat jour o da un importante tappezzeria, arreda in modo stupefacente!
Ma nulla ci vieta di utilizzarla come mobile per la tv, o come mobile svuotatasche all'ingresso del open space o delle case con ingresso all'interno del living. Insomma si presta abbastanza bene a svariate interpretazioni.
Quando, invece, scegliere la credenza?
Diciamo pure che il suo utilizzo, soprattutto oggi, non è molto lontano da quello della madia. La sua altezza non consente di utilizzarla per buffet, ma certo è un gran contenitore che arreda lo spazio. E' molto bello ed estetico affiancarne due, magari dai colori accesi su uno sfondo neutro, con una serie di oggetti decorativi sopra oppure in corrispondenza di due particolari aplique.
Anche lei, può avvicinarsi alla zona pranzo o essere più defilata a seconda dello spazio che vorremo riempire, seppur tempi indietro era molto utilizzata in cucina.
Insomma, qualunque sia la scelta che farete state pur certi che "cadrete in piedi"!!

FLEXFORM MOOD; RATTAN WOOD; SPAZIO PIANCA; MINACCIOLO; MART LEMA; ONE FOOT RUDE BRAVO;  BRASS JESSE.

lunedì 17 settembre 2012

PROVENZA RETRO' PER I PICCOLI.

Lo stile provenzale è particolare, ha un che di antico, un leggero gusto retrò, linee morbide e romantiche, e il legno regna sovrano. Lui, unico e incontrastato re di questo stile si presta a meravigliose rivisitazioni cromatiche fino quasi a perdere la sua essenza. Potrebbe sembrare un gusto prettamente per persone "mature" invece è molto interessante anche sviluppare delle camerette per i più piccini con questi elementi che senza bisogno di suppellettili sono molto decorativi.
Quando parliamo di bambini però, bisogna parlare anche di qualità e di tossicità.
Ormai da diversi anni l'Unione Europea ha tassativamente vietato vernici tossiche, colle e vinili considerati nocivi per i più piccoli (e non solo!). L'attenzione è rivolta quindi ad aziende che utilizzano vernici ecologiche, naturali e ad acqua. Come De Baggis, la quale da sempre risponde a questa esigenza.
Utilizza solo i legni che meglio si prestano, per venatura e per morbidezza, alla lavorazione e alla laccatura: Abete e rovere. Il primo facilmente plasmabile accoglie bene lavorazioni talcate o spazzolate (o entrambe!), il secondo è facile da intagliare e permette piacevoli finiture patinate. Le verniciature sono tutte a basso impatto ambientale, naturali, non sono richiesti prodotti particolari per la pulizia (sebbene io sconsiglio sempre l'utilizzo di prodotti chimici anche se definiti idonei alla pulizia del legno).
E' uno stile che mi piace per i piccoli, perchè non richiede necessariamente grossi interventi come contorno, nel senso che se non volessimo intervenire colorando pareti, utilizzando carte da parati, tende dai disegni o tessuti particolari o particolari elementi decorativi, basterebbe scegliere la giusta finitura ed il colore adatto per rendere una cameretta vivace e ricca.
Guardare per credere.
http://www.debaggis.it/index.php